Lauree abilitanti senza esame di stato: arriva il via libera
Una notizia a lungo attesa e che finalmente trova la sua realizzazione. Nella giornata di mercoledì, la Camera ha ufficialmente approvato il disegno di legge che di fatto abolisce l’esame di Stato per alcune categorie professionali. Queste, in breve, vedranno la propria professione abilitata con l’ottenimento del titolo di Laurea. L’immediata abilitazione sarà concessa ai laureati in Odontoiatria, Farmacia, Veterinaria e Psicologia. Inclusi nell’elenco anche Geometri, Medici, Agrotecnici e Periti Agrari/Industriali. In futuro, l’elenco è destinato ad allungarsi.
Lauree abilitanti: quando il DDL entrerà in vigore?
C’è molta pressione affinché il disegno di legge entri presto in vigore. Se, come si spera, diventerà legge effettiva entro la fine dell’anno (per cui è necessaria l’approvazione del Senato), la sua entrata in vigore sarà nel 2022.
«L’approvazione da parte dell’assemblea della Camera della proposta di legge che introduce nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti è un segnale davvero importante: Governo e Parlamento stanno puntando realmente sui giovani, sulla loro formazione, sul futuro del Paese», ha detto la Ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. «Perché ci sia davvero una svolta nella crescita competitiva del Paese agli investimenti devono essere affiancate le riforme e le semplificazioni».
Per accrescere tale forza competitiva, si prevede che presto altre lauree potranno diventare abilitanti. Per poter essere aggiunte in elenco si prevede l’iniziativa dell’ordine di riferimento o del ministero competente, che dovrà quindi manifestare interesse affinché la laurea associata alla professione diventi abilitante.
«Non mi stancherò mai di ripeterlo: perché ci sia davvero una svolta nella crescita competitiva del Paese agli investimenti devono essere affiancate le riforme e le semplificazioni» aggiunge la Ministra , «il testo approvato è un segnale concreto del fatto che con le Camere si sta lavorando bene, e insieme, perché le riforme che servono al mondo dell’università e della ricerca siano definite e approvate il prima possibile».
Fonte: Vanity Fair